La presenza di umidità di risalita sui muri degli edifici è un fenomeno più frequente di quanto si possa pensare. Non si tratta di muffa, ma certamente ne crea l’ambiente ideale per lo sviluppo.
Sostanzialmente si manifesta con macchie sulla parte inferiore del muro, caratterizzate da una tipica forma a onda. Il suo riconoscimento ed il tempestivo intervento possono evitare gravi conseguenze sia alla struttura dell’edificio che a chi vive nell’abitazione.
Che cos’è l’umidità di risalita e come si forma
L’umidità di risalita, anche detta umidità ascendente dal terreno, è la diretta conseguenza di un’impermeabilizzazione assente o non idonea.
Sfruttando il fenomeno della capillarità, le molecole d’acqua risalgono la parete trasportando con loro i sali minerali nella muratura.
Trattandosi di una problematica che parte dal basso, il piano terra e il seminterrato sono le zone più colpite dell’edificio: potresti notare ad esempio la fuoriuscita di umidità dalle fughe del pavimento. La presenza di umidità di risalita ai piani superiori lascia pensare a infiltrazioni o danni a livello idraulico.
Ogni tipo di materiale può essere soggetto a questa problematica:
- Nelle murature in pietra l’umidità di risalita è evidente in base alla porosità della pietra stessa
- Il cemento armato offre una densità e una compattezza tale da non lasciare avanzare l’umidità per più di 20 o 30 centimetri
- I mattoni pieni rispondono in maniera differente in base alla qualità del forno che ha cotto i materiali e dunque alla loro porosità. I mattoni moderni hanno subito un trattamento standard, quindi l’umidità si diffonde in modo più omogeneo rispetto a quelli antichi
Lo sviluppo di sali bianchi è una classica caratteristica di questa problematica, di solito in unione allo scrostamento dell’intonaco o all’esfoliazione della pittura.
La parete può rovinarsi in questo modo in relazione a vari fattori, come l’umidità del terreno, la porosità dei materiali, le caratteristiche dell’intonaco o l’età delle murature. A Venezia, ad esempio, la risalita arriva tranquillamente a raggiungere i 3 metri di altezza.
L’acqua che partendo dal terreno arriva alla parete è salina e la sua evaporazione ne causa la cristallizzazione ed un aumento di volume addirittura fino a 12 volte. Il primo diretto effetto è dunque lo sgretolamento dell’intonaco.
Anche alcuni materiali edili, come i laterizi o il calcestruzzo, hanno al loro interno questi sali. L’assorbimento dell’umidità dell’aria ne causa la fuoriuscita ed il conseguente danno alle pareti.
Oltre al danno estetico e tecnico dei muri, l’umidità di risalita porta a gravi ripercussioni sulle prestazioni termiche. Il riscaldamento non è più sufficiente a causa dell’aumento della conduttività termica e le conseguenze si riflettono anche sul portafoglio e sull’ambiente.
Anche se la causa principale dell’umidità di risalita risiede principalmente nell’impermeabilizzazione non adeguata della muratura, non devi escludere la presenza di altre condizioni che necessitano un rapido intervento:
- Rotture idrauliche
- Umidità laterale che nasce da pavimentazioni attigue
- Intonaci o massetti in aderenza che vanno a by-passare l’impermeabilizzazione
Come non trattare l’umidità di risalita
In commercio esistono alcune soluzioni che lasciano sperare nella scomparsa dell’umidità in risalita, ma che poi in realtà non sono funzionali come potresti aver sperato.
L’intonaco deumidificante vanta molta pubblicità a suo favore, ma leggendo bene le schede tecniche si nota che le aziende prendono le distanze dall’inefficacia dei prodotti. In realtà questo materiale non va ad asciugare il muro, rimandando semplicemente la nuova comparsa dell’umidità. E’ utilizzabile quando il problema si palesa solo in piccole zone dell’ambiente e non in modo importante.
Alcuni optano per la creazione di una controparete, in laterizio o in cartongesso, o l’uso di pannelli. Quello che andresti ad ottenere è semplicemente la copertura del problema, nascondendolo come polvere sotto il tappeto.
L’umidità resterà bellamente al suo posto, ma in più andrà a sviluppare anche cattivo odore nell’intercapedine. Muffe e condensa interstiziale troveranno l’ambiente ideale per la loro proliferazione, aggravando il tutto in maniera drastica.
Assolutamente vietato l’utilizzo di guaine impermeabilizzanti, come manti bituminosi, nylon nella controparete o guaine liquide, in quanto vanno in realtà a velocizzare la risalita dell’umidità.
Come trattare l’umidità di risalita
Per liberarsi dell’umidità di risalita esistono alcuni interventi realmente efficaci.
Il taglio meccanico del muro e l’inserimento di fogli impermeabilizzanti sono l’unica soluzione definitiva, molto applicata in passato. Attualmente questa soluzione è però possibile solo in alcune aree geografiche a seguito di certificazione antisismica. In mancanza di tali permessi questa procedura è ritenuta illegale.
La barriera chimica prevede la foratura dei muri e la collocazione di un liquido in grado di impermeabilizzare orizzontalmente la sezione. Non è una procedura semplice e non risulta ottimale se la parete è troppo umida o è presente una notevole saturazione salina.
In commercio esistono anche dispositivi che contrastano l’umidità di risalita tramite elettrosmosi e inversione di polarità. Prima di affrontare questa spesa è però importante assicurarsi che il problema sia realmente dato solo dall’umidità di risalita.
Il procedimento più saggio è quello di richiedere prima di tutto un’analisi strumentale delle pareti, in modo tale da delineare un piano di risanamento personalizzato.