Riscaldamento a pavimento
Cos’è il riscaldamento a pavimento?
Il riscaldamento a pavimento si suddivide in due tipologie: impianto a tubature e impianto elettrico.
Il punto cardine di questi due sistemi è trasmettere calore in modo omogeneo al pavimento della casa attraverso la tecnica dell’irraggiamento.
L’impianto a tubature trae il proprio fondamento dal riscaldamento dell’acqua; l’impianto elettrico invece sfrutta l’energia elettrica.
Il riscaldamento a pavimento “ad acqua”
Il meccanismo di riscaldamento a pavimento più utilizzato è quello ad acqua.
Questo elemento infatti viene portato ad alte temperature tramite il collegamento ad una caldaia o a una pompa di calore (circa 40 gradi centigradi).
Alcune installazioni sfruttano il ruolo di “riserva energetica” svolto dagli impianti fotovoltaici o dai pannelli solari, unendo all’utilità anche una forte responsabilità verso l’ambiente.
Il riscaldamento a pavimento “elettrico”.
Diversamente da quello ad acqua, il riscaldamento a pavimento elettrico ha una struttura caratterizzata da delle resistenze elettriche che, poste al di sotto del pavimento, irradiano calore dal basso verso l’alto.
Per permettere a questo metodo di funzionare correttamente senza rischi, sono installati dei pannelli tra la superficie del pavimento e la serpentina elettrica in modo da permetterne un totale isolamento.
Composizione tecnica del riscaldamento a pavimento.
Vediamo ora nel dettaglio le parti specifiche che compongono un riscaldamento a pavimento.
a) Le tubazioni o il filo elettrico: gli elementi fondamentali di qualsiasi impianto sono le tubazioni per l’impianto ad acqua e la serpentina per l’impianto elettrico.
Queste parti costituiscono le fondamenta di tutto l’impianto e devono essere estremamente resistenti a traumi, urti e agenti corrosivi per evitare di dover affrontare eccessive spese di manutenzione.
I materiali più utilizzati per questa struttura sono metalli resistenti, plastica o polietilene.
b) Pannello isolante: tra il pavimento e la struttura del riscaldamento è posizionato un pannello isolante. Per facilitare la messa in opera, sono commercializzati pannelli dalle strutture molto simili e compatibili tra loro.
Il pannello si presenta come una sagoma di polistirolo o sughero e deve essere perfettamente fissato alle tubature per evitare che l’impianto abbia dei deficit di collaudo.
c) Rivestimento in PVC: sopra il pannello isolante è fissato un rivestimento in PVC impermeabile che ha la funzione di rendere la sagoma del pannello molto più resistente, forte e rigida.
d) La caldaia e i collettori: come già accennato, gli impianti ad acqua necessitano della caldaia per riscaldare l’acqua che scorre nelle tubature. I collettori sono dei dispositivi che consentono, in base alle esigenze, di aprire o chiudere il flusso di acqua calda nelle tubature, come una sorta di valvola.
e) Il massetto: questo elemento rappresenta una specie di patina di calcestruzzo che incentiva e prolunga il mantenimento del calore.
Cosa cambia rispetto ai tradizionali termosifoni? Vantaggi e svantaggi del riscaldamento a pavimento.
I vantaggi: la vera innovazione di questa tecnica è che, rispetto ai tradizionali termosifoni, il riscaldamento a pavimento ha la capacità di irradiare il calore dal basso verso l’alto in modo totalmente uniforme in tutta la stanza, creando un benessere diffuso in tutto l’ambiente.
I termosifoni invece hanno la tendenza a riscaldare solo la porzione di stanza che si trova a ridosso della propria localizzazione, tralasciando parti della stanza e creando una disomogeneità di percezione della temperatura.
L’innovativa caratteristica del riscaldamento a pavimento, ha anche lo scopo di migliorare il benessere della casa in quanto, una temperatura omogenea, ha la capacità di rallentare, se non disintegrare, l’azione aggressiva delle muffe e degli acari della polvere.
L’installazione di questo tipo di impianto inoltre crea un forte risparmio economico all’utilizzatore perché mantiene maggiormente, e in maniera uniforme, il calore irradiato.
Sebbene i costi di collegamento siano maggiori rispetto a un impianto tradizionale di riscaldamento, questi risultano ampiamente ammortizzati nell’arco di tempi ridotti e circoscritti.
Un altro importante punto su cui focalizzarsi è che, se installerete un impianto a pavimento, avrete la possibilità di convertire l’emissione di calore in frescura in base alla stagione opportuna.
Questo può avvenire grazie all’introduzione di acqua fredda invece che calda all’interno delle tubazioni (circa alla metà dei gradi a cui è portata quando deve riscaldare), evitando ulteriori spese per l’acquisto di condizionatori e fastidiose correnti d’aria gelida.
Gli svantaggi: questi impianti sono costruiti con materiali assai resistenti, ma ovviamente non è possibile prevedere qualsiasi imprevisto. Nel caso in cui un impianto come questo si danneggi è necessario rimuovere una buona parte del pavimento con la conseguente spesa per la rimessa in posa dello stesso.
Qualora in casa abbiate un parquet potrebbe accadere che negli anni questo si rovini più facilmente e tenda a sollevarsi.
L’installazione del riscaldamento a pavimento inoltre modifica la struttura originaria del pavimento in quanto è necessario sollevare tutta la struttura di almeno 5 centimetri e questo potrebbe creare problemi se si possiedono mobili su misura o porte molto basse.
Il riscaldamento a pavimento inoltre mantiene l’ambiente ad una temperatura omogenea, ma necessita di molto tempo (almeno 24 ore) per raggiungere il calore richiesto. Questo implica che non è possibile spegnerlo e riaccenderlo aspettandosi risultati nell’immediato (come con i termosifoni), ma è consigliabile non spegnerlo mai del tutto.